Fernanda Pivano:
i suoi gioielli

Raccontarsi, sempre. Anche senza parlare di sé, dando voce agli altri, come ha fatto fino al 2009 - anno della sua scomparsa - Fernanda Pivano, saggista e giornalista ma anche traduttrice di grandi autori come Fitzgerald, Faulkner, Hemingway (attività che la portò in carcere nel '43 per l'allora sovversivo Addio alle Armi) e prima sostenitrice della letteratura americana contemporanea dalla beat generation fino a Bret Easton Ellis.
Lei che non si è mai fermata, senza paura di trascendere la sfera della scrittura per interessarsi ad arte, design e musica, si lascia oggi raccontare nella mostra “Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone” curata da Ida Castiglioni (al Palazzo delle Stelline di Milano dal 6 aprile al 18 luglio).
Documenti originali (in parte inediti), fotografie, riviste underground e pezzi di “instant design” a lei dedicati dagli amici artisti, ma soprattutto i suoi gioielli. Quelli etnici, parte di una collezione di migliaia di pezzi raccolti durante i numerosi viaggi intorno al mondo - dal Nord Europa agli Stati Uniti, dal Giappone ai mari del Sud, dal Nord Africa a Cuba.
Ricordi personalissimi di Fernanda ma anche fonte di ispirazione per il marito Ettore Sottsass, che per lei creò spille, collier e anelli, così come l’amico Arnaldo Pomodoro, autore anche della targa del prestigioso Premio Fernanda Pivano.
In mostra anche i gioielli in metalli non preziosi e pietre dure, in cui si esprime la ricerca formale di artisti e laboratori italiani degli anni ’60 e ’70, con i quali la scrittrice fu spesso immortalata, e quelli molto amati e mai indossati in plastica nelle tonalità nuovissime per gli anni '50 e '60 del giallo, rosa e verde elettrico, alcuni dei quali disegnati da un giovane basco allora sconosciuto di nome Paco Rabanne.
Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone    6 aprile - 18 luglio 2011 Mostra prodotta ed organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese ideazione Michele Concina a cura di Ida Castiglioni con Francesca Carabelli e con la consulenza di Enrico Rotelli. 








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